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La rivoluzione culturale di Pirelli nella comunicazione d’impresa

Il valore di un’azienda e del suo brand si vede dalla qualità del prodotto, dalla capacità di stare sul mercato, da molti fattori misurabili, empirici, anche freddi in un certo senso. Ma non solo. Un’azienda deve anche sapersi raccontare, creare legami con il territorio e con la società del suo tempo. Ogni marchio deve saper aggiungere agli aspetti più materiali una dimensione culturale e valoriale in grado di elevarlo. In questo Pirelli ha dimostrato, in 150 anni, di essere un’eccellenza in Italia e nel mondo. Innovazione nel comunicare l’impresa, capacità di rinnovarsi conservando la memoria, dialogo fra industria e arte contemporanea, sport, fotografia e musica: la “P lunga” non ha mai smesso di interagire con artisti e intellettuali per mantenere uno sguardo sulla società, sulle sue evoluzioni e sulla trasformazione dei costumi. Lo ha fatto e lo fa ancora oggi attraverso linguaggi e strumenti innovativi.

Cosciente dell’importanza della relazione tra mondo delle imprese e mondo della cultura, nel corso della sua storia Pirelli è sempre stata presente nelle più importanti evoluzioni nel campo dell’industria, dell’arte, del design e della comunicazione d’impresa. Lo testimoniano le numerose collaborazioni con artisti come Riccardo Manzi, Alessandro Mendini, Bruno Munari, Lora Lamm, Bob Noorda e Armando Testa e molti altri scrittori, letterati e fotografi di fama internazionale che hanno alimentato il dibattito culturale e segnato la storia della moda, della società e dei costumi.

Già nel secondo Dopoguerra, la “P lunga” ideò un periodico che avrebbe ospitato interventi e riflessioni dei più grandi scrittori contemporanei oltre a immagini dei più famosi illustratori e fotografi. Tra il 1948 e il 1972 la Rivista Pirelli ha potuto vantare contributi di personalità del calibro di Dino Buzzati, Italo Calvino, Camilla Cederna Gillo Dorfles, Umberto Eco, Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Fernanda Pivano, Salvatore Quasimodo.

Un dibattito che oggi prosegue sulle pagine di World, magazine nato nel 1994 e che negli anni ha raccolto interventi e riflessioni di intellettuali, come Zygmunt Bauman, Marc Augè, Franklin Foer Andrew Sean Greer e grandi sportivi come Carl Lewis e Peter Sagan.

Proprio come il suo predecessore, World è una delle piattaforme – cartacea e digitale – con cui Pirelli racconta sé stessa al mondo, con l’obiettivo di alimentare costantemente il dialogo e il dibattito culturale. Attraverso interviste, ritratti e riflessioni di personaggi contemporanei, approfondimenti legati alle disruption e alle innovazioni nei diversi campi dei media, fra cui la musica, l’arte, la cultura e lo sport, al mondo delle imprese e, più in generale alla società, World fornisce sempre prospettive inedite e spunti di riflessione originali e trasversali.

Negli anni la vocazione internazionale di Pirelli ha contribuito a mettere insieme culture, idee e intuizioni da ogni parte del mondo. C’è infatti una pubblicazione che nasce come progetto di una sezione estera della “P lunga” poi diventato un simbolo e un prodotto dell’azienda riconosciuto e riconoscibile in tutto il mondo. È il Calendario Pirelli, originariamente pensato come progetto di Pirelli UK Ltd.

Alla ricerca di una strategia di marketing per superare la concorrenza domestica, è stata infatti la consociata inglese del gruppo a dare vita, nel 1964, a un progetto all’epoca molto innovativo, affidandone la realizzazione a Robert Freeman, ritrattista dei Beatles. Ne è nato un prodotto editoriale che si pone oltre il campo della moda e del glamour per valenza artistica ed esclusività.

Dal quasi sessant’anni “The Cal”™ scandisce il passare dei mesi offrendo una lettura e un’interpretazione del costume, spesso anticipando nuove tendenze. Dalla sua nascita sono state pubblicate 48 edizioni, realizzate da 38 fotografi, tra cui Richard Avedon, Mario Testino, Patrick Demarchelier, Peter Beard, Steve McCurry, Helmut Newton, Steven Meisel, Annie Leibovitz Peter Lindbergh, Albert Watson, Paolo Roversi. L’ultimo, Bryan Adams, ha firmato l’edizione 2022, quella che celebra i 150 anni dell’azienda.

Pirelli

Negli anni Sessanta è nato anche il Pirellone, il moderno grattacielo che ha ospitato l’azienda prima del trasferimento del suo Headquarters in Bicocca – oggi un vero e proprio campus aziendale.

A proposito del nuovo quartier generale: Pirelli HangarBicocca è una fondazione no profit nata a Milano nel 2004 dalla riconversione dello stabilimento industriale in un’istituzione dedicata alla produzione e promozione di arte contemporanea. Un luogo di sperimentazione e ricerca, con i suoi 15mila metri quadrati è tra gli spazi espositivi a sviluppo orizzontale più grandi d’Europa e ogni anno presenta importanti mostre personali di artisti italiani e internazionali. Le Navate di Pirelli HangarBicocca oggi ospitano la celebre opera permanente di Anselm Kiefer, “I Sette Palazzi Celesti”.

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